L'assistenza ricevuta dalle donne sorde durante la gravidanza da parte degli operatori sanitari non è in linea con i diritti garantiti dalla normativa vigente e, a meno che non sia presente un accompagnatore che aiuti a mediare, il dialogo avviene attraverso forme di comunicazione rudimentali. L'assistenza fornita durante la gravidanza, il parto e il periodo post-partum dovrebbe essere raddoppiata e in grado di aiutare le donne sorde a superare gli ostacoli imposti dalla limitazione dell'udito, della parola e della stessa gravidanza, favorendo l'equità delle cure e la conquista di uno spazio per l'esercizio della cittadinanza tra le donne audiolese. Le relazioni qui contenute hanno lo scopo di favorire l'effettivo esercizio della cittadinanza tra le persone audiolese.
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