Adi Shankara (VIII sec. d.C.), chiamato anche Adi Shankaracharya "primo Shankara", è stato uno studioso e maestro vedico indiano (acharya), le cui opere presentano una lettura armonica dei sastra, con al centro la conoscenza liberatoria del sé, sintetizzando gli insegnamenti dell'Advaita Vedanta del suo tempo. Grazie alla sua fama successiva, oltre 300 testi sono attribuiti al suo nome, tra cui commentari (Bh¿¿ya), esposizioni topiche introduttive (Prakaräa grantha) e poesie (Stotra). Tuttavia, la maggior parte di questi non sono opere autentiche di Shankara e sono probabilmente opera di suoi ammiratori o di studiosi il cui nome era anche Shankaracharya. Autentici sono il Brahmasutrabhasya, i suoi commenti alle dieci Mukhya (principali) Upanishad, il suo commento alla Bhagavad Gita e l'Upadesasahasri. L'autenticità di Shankara come autore del Vivekac¿¿¿mäi è stata messa in dubbio. La postulazione centrale degli scritti di Shankara è l'identità del Sé (¿tman) e del Brahman, che difende la conoscenza liberatoria del Sé, prendendo le Upanishad come mezzo di conoscenza indipendente, contro la scuola M¿m¿¿s¿ dell'induismo, orientata alla ritualità.