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Nel presente studio di ricerca si analizza l'aggressione tra detenuti come punizione eccessiva e informale, in quanto coloro che entrano in carcere per attendere un processo penale o per scontare una pena, rispondono alla violenza con la propria violenza a causa della sfiducia nella coerenza delle strutture interne degli agenti di controllo sociale e nel rifiuto di coloro che li sottopongono ad esso. Le condizioni che facilitano l'aggressione tra detenuti sono individuate attraverso la definizione dei meccanismi che la giustificano, esaminando le responsabilità dei responsabili dell'esercizio…mehr

Produktbeschreibung
Nel presente studio di ricerca si analizza l'aggressione tra detenuti come punizione eccessiva e informale, in quanto coloro che entrano in carcere per attendere un processo penale o per scontare una pena, rispondono alla violenza con la propria violenza a causa della sfiducia nella coerenza delle strutture interne degli agenti di controllo sociale e nel rifiuto di coloro che li sottopongono ad esso. Le condizioni che facilitano l'aggressione tra detenuti sono individuate attraverso la definizione dei meccanismi che la giustificano, esaminando le responsabilità dei responsabili dell'esercizio dell'autorità e gli effetti sotto i quali si traducono i comportamenti aggressivi tra detenuti; attraverso la spiegazione e la descrizione di fatti tratti dal comportamento assunto dai detenuti per analizzare una realtà che passa inosservata agli enti coinvolti.
Autorenporträt
Libia Noemi Ríos Martinez: Rechtsanwältin und Magister der kriminologischen Wissenschaften mit Abschluss an der Universität von Zulia, Venezuela. Ehemalige Richterin am ordentlichen Strafgerichtshof und am Berufungsgericht des Strafgerichtskreises des Bundesstaates Yaracuy. Spezialist für Menschenrechte, Strafvollzug und Verfahrensbeschleunigung.