L'opera di Alejandra Pizarnik si presenta come un affascinante mistero intellettuale desideroso di essere svelato.Ciò che cattura immediatamente l'attenzione è l'elemento di frattura - scissione - dissoluzione di questo soggetto lirico che si disintegra fino quasi a scomparire, che si nasconde dietro maschere e che non riesce mai a giungere alla fine o a realizzarsi. Oltre a questa rottura, si tratta di una produzione rivoluzionaria e profondamente seducente, secondo Cristina Piña, diventando così un evento quasi unico nella letteratura argentina e latinoamericana; anche se, come vedremo nel nostro tentativo di inquadrare l'opera di Alejandra, farà parte della serie di produzioni costituite dalla letteratura notturna e a volte sinistra, della letteratura dell'occulto.Per questo motivo, avvicinarsi all'opera di Alejandra Pizarnik (1936-1972) significherà entrare in una scrittura ermetica, a prima vista impenetrabile. Incontrare un'autrice maledetta, una miscela perversa di purezza e provocazione, di innocenza e crudeltà.La sua poesia presenta un costante distacco dalla realtà e questo diventerà un principio costruttivo del poeta e una strategia produttiva della sua poesia.