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La crisi è uno stato "normale" nel corso del capitale; ogni ciclo di accumulazione basato sull'espansione produttiva finisce in una crisi di sovrapproduzione; i profitti ottenuti non trovano uno sbocco per investimenti redditizi. Il riuscito regime di accumulazione del periodo 1945-1970 ha mostrato il suo esaurimento in quel decennio; si è cercato di contrastare gli effetti della crisi implementando il neoliberalismo e la globalizzazione, aumentando lo sfruttamento della forza lavoro e incrementando il tasso di accumulazione tramite l'espropriazione. La crisi si è attenuata, temporaneamente, fino a quando si sono verificate esplosioni sociali dovute alla moltiplicazione delle disuguaglianze e alla marcata polarizzazione sociale; l'1% della popolazione mondiale possiede il 44% della ricchezza, mentre il 90% possiede appena il 16% ( Credit Suisse, Global Warmth Report , 2011 ) Il capitale, trasformato in una formidabile forza distruttiva, ha scatenato una crisi ecologica che mette in pericolo la vita sul pianeta e il pianeta stesso.