Per affrontare criticamente questo tema, il libro mette in discussione gli architetti che progettano le strutture e gli educatori e gli studenti che le occupano. Sviluppare una consapevolezza delle esperienze di coloro che occupano gli spazi è fondamentale per comprendere gli incontri individuali e di gruppo, ma occorre anche porre l'accento sulla natura stessa dello spazio, che è socialmente costruito e prodotto attraverso le azioni dei suoi partecipanti. Affrontando la questione dell'ontologia spaziale, si può generare un discorso che contribuirà a creare una migliore comprensione di questo spazio relazionale di progettazione e occupazione. Sono state progettate, costruite e occupate nuove scuole che riflettono spazi aperti e flessibili in contrasto con la tipologia strettamente ordinata delle tradizionali aule cellulari. Sembra che le comunità di progettisti stiano guidando questo cambiamento ambientale, mentre quelle dei settori educativi sono state più reattive che attive come agenti di cambiamento. Ciò indica un disallineamento tra gli spazi discorsivi degli ILE, che affrontano il cambiamento dei programmi di studio e la pedagogia, e gli spazi non discorsivi degli ILE, con la loro agenda orientata al design.