Le ragioni per cui è stato intrapreso questo studio sono molteplici. Tra queste, il desiderio di tenere conto di diverse tradizioni di ricerca sulla sessualità e la volontà di comprendere i limiti del lecito nei comportamenti e nei desideri emotivi e sessuali dei giovani nel Medioevo occidentale tra l'XI e il XV secolo. Lo studio di come questi comportamenti erano percepiti e regolati rivela le distinzioni, a volte complesse, tra lecito e illecito. Di conseguenza, dalle analisi condotte emerge che le considerazioni generali sull'attività sessuale, vista soprattutto come un peccato proveniente dall'esterno, dal diavolo in particolare, portavano a considerare la verginità, la castità e la continenza come la norma, soprattutto tra i religiosi. I rapporti sessuali tra i laici erano tollerati solo tra persone dello stesso sesso e all'interno del matrimonio. Convivenza, rapimento, fornicazione, prostituzione e stupro erano illegali. Nelle relazioni tra persone dello stesso sesso si privilegiava un comportamento affettivo basato sull'ideale dell'amicizia. La sodomia, vista come il massimo del piacere sessuale, era innaturale.