Questo libro indaga l'alleanza tra decostruzione e femminismo, evidenziando alcune delle strategie sovversive impiegate da entrambe queste modalità discorsive per scardinare i luoghi comuni della cultura tradizionale. Entrambi i tipi di discorso possono essere interpretati come effetti sinergici del postmodernismo, in quanto uniscono le forze per esporre la costruzione della natura, dell'identità e del genere femminile/umano attraverso i discorsi e altre pratiche semiotiche. Entrambe le linee di argomentazione affrontano alcune questioni inquietanti che si presentano come specificamente postmoderne, in particolare la costruzione culturale della natura, che viene sottoposta all'analisi decostruzionista ed ecocritica. Esaminando la relazione dei femminismi di oggi (ecofemminismo) con il progetto postmoderno di decostruzione, questo libro affronta la questione se sia possibile qualsiasi tipo di discorso femminista, data la "morte del soggetto". Paradossalmente, la stessa componente attraverso la quale ogni discorso femminista si definisce - cioè la donna o la femminilità - sembra mantenere la sua posizione, nonostante la sua "mise sous rature" decostruttiva.