Lo scopo di questo articolo è analizzare, a partire dalla teoria dell'argomentazione e dell'ermeneutica analogica, il dibattito che si svolge su piattaforme digitali come Twitter, Facebook e Youtube da parte di sostenitori e fan del presidente Andrés Manuel López Obrador, contro i media e i suoi rappresentanti, cioè giornalisti e comunicatori. Più che un dibattito, autori e istituzioni analizzano il discorso nell'era digitale. Indagano sul tipo di messaggi e osservano che non c'è un dibattito, ma piuttosto campagne ideologiche di segno negativo contro chiunque osi mettere in discussione, criticare o commentare qualsiasi politica, posizione o azione dell'attuale presidente. Tale azione mette a rischio la funzione del giornalismo, che è quella di riportare i fatti e di monitorare i poteri politici, economici e sociali e di generare l'opinione pubblica. Ma con l'avvento di Internet, ora chiunque abbia un account su una delle piattaforme digitali ha lo strumento per rispondere, commentare, informare, non solo con il testo, ma con la voce e l'immagine, per costruire la propria narrazione della realtà e l'opinione pubblica la trasforma in opinione pubblicata.
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