Luigi, il protagonista, si trova improvvisamente ad affrontare l'età matura con una ritrovata libertà a seguito della morte della moglie. Dopo un iniziale spaesamento, e aver fatto pace col dolore, riesce a ritrovare un equilibrio, aiutato dalle ripetitive abitudini e dall'amata e ritrovata solitudine, nonostante i pensieri lo tormentino in un'accozzaglia di ricordi e rabbia repressa. Non si rassegna alla vecchiaia che avanza, ma non vuole socializzare, sta bene solo nella sua casa di campagna, a curare le piante e l'orto, a lottare con il caldo torrido, a buttarsi sul letto vestito, a evitare di fare il bagno, a mangiare gelato e panini con la mortadella. Nasconde un segreto, porta nel cuore una zavorra di dolore ingestibile e insopportabile. Malgrado le limitate occasioni di andare a contatto con altri esseri umani, il destino farà il suo corso e gli porrà davanti un incontro particolare, che aprirà un mondo nuovo, una possibilità di risvegliare il cuore anche in tarda età. Nonostante tutte le sue resistenze. La vicenda è frutto della mia fantasia, ma alcuni personaggi sono liberamente ispirati a persone che fanno parte o hanno fatto parte della mia vita. In questo racconto volevo parlare principalmente della terza età. Mi trovo spesso a confrontarmi con persone mature: genitori, amici, conoscenti, colleghi. Forse, ingenuamente, ho voluto vedere il bello dove, sovente, si pensa che di bello non ci sia nulla. Ma, se si è disposti a cambiare punto di vista, a lasciar cadere le "paratie stagne" (come dice il protagonista), anche l'età matura può riservare sorprese meravigliose. Occorre avere il coraggio di accoglierle e aprirsi al nuovo.
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