Purtroppo, sembra che abbiamo ceduto all'idea che la storia della nostra arte, letteratura e cultura, debba essere scritta dopo la morte dei suoi protagonisti principali. Anche noi ci siamo abituati al fatto che il processo è un prodotto della ricerca d'archivio e quindi è stato indubbiamente degno di fiducia. Non siamo abituati a scrivere la storia durante la sua nascita. Non abbiamo l'abitudine di chiedere ai nostri contemporanei, di intervistarli, di entrare nei loro studi, entrando così a far parte del processo e portandoli ad esprimere apertamente ciò che pensano di sé e degli altri. Il mio modesto contributo mira a colmare questa lacuna.