Il libro intende valutare criticamente le pubblicazioni riguardanti la storia degli ebrei di Romania e Ungheria (1945-1953) identificati in Romania e Ungheria, fornendo una descrizione del contesto storico in cui la comunità ebraica ha sviluppato la sua attività all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, quando era gravemente ridotta in termini di numero, distrutta come comunità in termini di stato di salute dei suoi membri e materialmente colpita dalle conseguenze della guerra. Ciononostante, anche nei primi anni del dopoguerra cercarono di ricostruirsi come membri della loro comunità e in seguito di collaborare con il partito comunista per ottenere uno status migliore o per emigrare in Israele. La questione più importante dell'epoca era l'emigrazione degli ebrei rumeni in Israele e le trattative che venivano portate avanti per raggiungere questo obiettivo. Dal volume emerge che gli ebrei erano piuttosto vittime del comunismo che beneficiari, come spesso veniva considerato. Attraverso l'intermediazione di libri e articoli e la collaborazione con la comunità ebraica di Oradea, l'autore è riuscito a conoscere gli ebrei che sono arrivati con la loro cultura e le loro tradizioni ad arricchire la varietà culturale.
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