PREFAZIONE DELL'AUTORE Ritardare il più possibile l'invecchiamento, allontanare la morte e vivere una vita il più possibile sana e priva di malattie diventa, con il progredire delle conoscenze in ambito medico, un obiettivo via via sempre più realistico. Le continue scoperte nell'ambito dell'anti aging indicano nella restrizione calorica una possibile strategia per raggiungere questo obiettivo. Si è visto come restrizione calorica e mimetici della restrizione calorica, funzionino in colture cellulari e animali da esperimento, dai più semplici fino ai primati nell'aumentare l'aspettativa di vita. E si è ipotizzato che questi risultati possano essere validi anche per l'uomo. Questo libro si prefigge di porre l'attenzione su uno degli aspetti metabolici innescati dalla restrizione calorica: l'autofagia. Riguardo questo argomento molto è stato scritto. Sono stati chiariti molti passaggi cellulari che regolano l'autofagia e si sono chiariti i compiti che l'autofagia è chiamata a svolgere in condizioni di normalità all'interno della cellula. Attualmente si inizia però a intravvedere un suo potenziale ruolo nella prevenzione e nella terapia di alcune importanti malattie come quelle neurodegenerative. Un aspetto dell'autofagia è rimasto, in parte, ancora inesplorato: la sua attuazione pratica. Seppure è noto che esistono delle sostanze in grado di stimolare l'autofagia (es. spermidina, trealosio, ecc.) e seppure si è intuito che l'autofagia è stimolata da condizioni di carenza di nutrienti, manca in letteratura un protocollo nutrizionale specifico in grado di elicitare questo sistema cellulare in modo ottimale. Questo testo si inserisce proprio in questa lacuna definendo una particolare tecnica alimentare di stimolazione dell'autofagia. Il protocollo dietetico proposto consiste in un susseguirsi di restrizioni caloriche di diverso tipo che vengono unite a comporre un percorso che ha come ambizione quella di guidare il corpo verso un suo parziale rinnovamento. Attraverso l'autofagia infatti la cellula digerisce pezzetti di sé danneggiati e rimuove aggregati proteici cellulari disfunzionali che minano il suo buon funzionamento. I danni accumulati nel tempo a seguito dell'esposizione ai radicali liberi e ad altri fattori nocivi vengono quindi eliminati attraverso l'autofagia e la cellula può quindi tornare a funzionare in modo ottimale. Il percorso dietetico proposto nel testo è stato studiato per ottenere una stimolazione dell'autofagia più intensa di quella che fisiologicamente ha luogo nel nostro corpo in condizioni di normalità. Il classico rischio derivante dall'uso di una restrizione calorica è quello di una malnutrizione. In questo caso, si tratta di una restrizione calorica che non genera malnutrizione, sia per il modo in cui è strutturata, sia per i tempi di attuazione. Il risultato finale di questo processo dietetico è rappresentato da cellule meno danneggiate e quindi meglio funzionanti che restituiscono all'organismo una maggiore predisposizione ad uno stato di salute. Per ben comprendere il protocollo nutrizionale nel testo sono stati esposti alcuni concetti di nutrizione. Ed anche, a corredo delle indicazioni tecniche riguardo il particolare regime alimentare, sono state esposte delle raccomandazioni per sana e corretta alimentazione. È infatti improbabile che la ricerca di uno stato di salute migliore non si avvalga, oltre che di manovre periodiche e integrazioni nutrizionali, anche di una costante manutenzione dell'organismo. Questo sia in termini di nutrizione che di attività fisica. > Giuseppe Amato
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