Esiste un'etica che pone la vita sacra e indisponibile e un'etica che ne tutela la qualità. E poi esiste l'autonomia. Porre al centro del dibattito sul fine vita il valore dell'autonomia significa chiedersi se ci sia un diritto a morire e in qual modo questo debba essere garantito. Un individuo dimostra l'autonomia che ha regolato la sua intera vita, anche nel momento in cui,prossimo alla morte, chiede di morire, date sofferenze fisiche e psicologiche inconcepibili. Se ha il diritto di porre fine a queste sofferenze, ha anche quello di sceglierne le modalità e le condizioni migliori in cui la morte sopraggiunga.L'autonomia non ha solo una componente negativa, come diritto di essere lasciati liberi di scegliere, ma anche positivo, implicando il dovere di fare quanto possibile perchè essa sia sempre rispettata. Perchè non garantire un diritto all'eutanasia attiva volontaria a chi nel pieno possesso delle proprie capacità mentali decide di morire? L'autonomia non è solo un potenziale,ma dovrebbe poter essere garantita anche a livello pratico e politico. Di fatto l'esistenza di un diritto all'eutanasia non implicherebbe nessun obbligo, per chi non si trova d'accordo,ad esercitarlo.