La crisi dell'autorità sembra oggi un luogo comune, non problematico e senza grandi implicazioni nella vita degli individui e della comunità; anzi, ci si aspetta che l'autorità venga sfrattata da spazi sensibili, come l'educazione. Anche se non è "alla moda", il nostro lavoro mira a dimostrare la durata dell'autorità, sollecitando una riflessione sulle sue forme di manifestazione in tempi di incertezza e di crisi; in altre parole, la crisi dell'autorità dovrebbe essere accompagnata da un'effervescenza della questione dell'autorità e delle sue implicazioni a livello individuale e sociale. L'autorità non è oppressiva né blocca l'auto-manifestazione da parte di chi la riconosce; al contrario, dico che è condizione essenziale dell'autorità e segno di maturità permettere di riconoscere la superiorità di un altro, senza intaccare la propria autostima. Non c'è uguaglianza nella conoscenza, e ci saranno sempre persone che valorizzeranno gli altri con la loro sola presenza e che chiamiamo maestri, precettori, insegnanti o portatori di autorità; essi sono pronti a soddisfare il bisogno di chiarimento e di comprensione degli altri, che chiamiamo discepoli, individui immaturi, studenti o soggetti di autorità.