Dall'inizio degli anni Duemila, l'Africa subsahariana sembra essere tornata a crescere economicamente, mettendo fine a una certa idea di pessimismo afro. In realtà, però, di questa ripresa sta beneficiando solo una minima parte della popolazione, generalmente benestante e residente nei quartieri eleganti delle grandi città. Da Abidjan a Kinshasa, "non c'è crescita" è diventato un ritornello comune tra la gente comune. Giorno dopo giorno, il divario tra ricchi e poveri, tra il vertice e la base, tra l'élite politica e la società civile, si allarga. Sarebbe ingiusto e fin troppo facile incolpare la Banca Mondiale della persistenza delle disuguaglianze e delle ripetute crisi socio-politiche, con il rischio di dimenticare che lo sviluppo è prima di tutto una questione che riguarda gli stessi africani. Questo libro getta nuova luce sulla complessità della lotta alla povertà in Africa, in un contesto di instabilità istituzionale, citando come esempio il caso della Costa d'Avorio tra il 2002 e il 2010.
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