Negli ultimi anni, l'agricoltura ha contribuito all'aumento delle aree degradate, alla deforestazione delle aree native e all'incremento delle emissioni di gas serra. A ciò si aggiungono i bassi tassi di produzione, gli scarsi ritorni economici e il degrado ambientale, con conseguente esodo rurale e povertà. L'utilizzo di strategie come il recupero dei pascoli attraverso la fertilizzazione azotata e, soprattutto, l'uso di leguminose da foraggio, ha permesso di aumentare la produttività e di mitigare le emissioni. Negli allevamenti estensivi, grandi quantità di azoto vengono restituite all'ambiente attraverso gli escrementi degli animali, che possono essere riciclati o persi attraverso la volatilizzazione e la lisciviazione. Uno dei gas intermedi di questi processi è il protossido di azoto, un gas con un elevato potenziale di riscaldamento globale. Pertanto, un approccio che identifichi le quantità e le concentrazioni di azoto negli escrementi dei bovini in pascoli degradati fertilizzati con azoto e coltivati a leguminose consente di adottare meglio le strategie di mitigazione delle emissioni.
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