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Pagine di diario di bordo, messaggi di richiesta di aiuto, resoconti di esplorazioni sulle coste, ricordi e visioni d'alto mare nel viaggio della vita, tra soste, approdi, naufragi, imbarchi e sbarchi di fortuna, naufraghi raccolti, ammutinamenti, assalti di pirati, quarantene per epidemie.Viaggi con le carte nautiche di una visione, partendo dalla Sicilia, dagli scogli delle grotte etnee di Polifemo, circumnavigando l'isola, ingannati come nel racconto di L. Sciascia... credere di partire per ritornare sempre agli stessi dialetti, alle stesse coste, pagando cara la propria illusione, così…mehr

Produktbeschreibung
Pagine di diario di bordo, messaggi di richiesta di aiuto, resoconti di esplorazioni sulle coste, ricordi e visioni d'alto mare nel viaggio della vita, tra soste, approdi, naufragi, imbarchi e sbarchi di fortuna, naufraghi raccolti, ammutinamenti, assalti di pirati, quarantene per epidemie.Viaggi con le carte nautiche di una visione, partendo dalla Sicilia, dagli scogli delle grotte etnee di Polifemo, circumnavigando l'isola, ingannati come nel racconto di L. Sciascia... credere di partire per ritornare sempre agli stessi dialetti, alle stesse coste, pagando cara la propria illusione, così cara che nulla è rimasto. Tra Scilla e Cariddi, sedotti da sirene che vogliono essere amate da uomini, non da eroi. Roberto Sironi e Mariagrazia Pia dalle coste siciliane sono partiti per questo viaggio visionario, dopo Appunti Amorosi di un'umanità in bottiglia, questa volta usando la metafora del viaggio in modo letterale, tra le acque e gli scogli, tra risacche e onde perfette per continuare il viaggio, hanno scritto entrambi, ciascuno con la propria suggestione, con la propria meta, anche se sulla stessa nave della visione. Il passato di entrambi come l'onda che può sommergere o l'onda perfetta che si aspetta da una vita, l'onda imperfetta di tutti i tentativi per cui come Moby Dick inseguita, anche loro sono spiaggiati, disorientati! Qualcuno li ha ogni volta rimessi in mare, forse solo il loro stesso orgoglio, la loro tenacia. Come quella degli abitanti della Sicilia, gli originari Siculi e Sicani che se la spartivano, loro originari di quelle terre, ma nessun popolo è originario, solo arrivato prima in quel luogo: diventarne parte è un'altra storia! La Storia di un popolo, come quello siciliano, con un'identità precisa eppure quanti popoli nel volto di ciascuno, tra i biondi normanni e i mori, tra gli spagnoli e i francesi, gli angloamericani dell'ultimo sbarco! Le coste hanno visto brancolare i Ciclopi dall'unico occhio e Polifemo maledire Ulisse, l'Acheo, il Greco, che precede per fama e impresa il troiano principe Enea, ammonito da un greco superstite, a non scendere a non chiedere ospitalità ai giganti. Roberto Sironi e Mariagrazia Pia sono partiti per questo viaggio proprio da quest'isola, che ha visto sbarchi di tutti i popoli, dai Fenici ai Greci, dai Romanzi ai Bizantini, dagli Arabi ai Normanni, dai teutonici imperiali di Federico II agli Angioini francesi, agli Aragonesi spagnoli, la ebbero in dote re sabaudi, l'imperatore austriaco e i Borboni spagnoli, vollero liberarla in molti, dai Mille di Garibaldi agli Angloamericani che dovevano risalire tutta la penisola, il punto molle dell'asse del patto d'acciaio. Queste coste hanno visto dalle navi da guerra alle imbarcazioni di fortuna di chi fugge da altre guerra, anche quella della miseria. Dall'isola che diede le prime opere di poesia in lingua italiana, l'italiano illustre, all'accento per cui siamo riconoscibili nel mondo! Tra agrumeti e uliveti, dalla valle dei Templi di Selinunte al centro storico di Palermo, il più grande in Europa, Roberto Sironi e Mariagrazia Pia...l'isola l'hanno sfiorata nella partenza e la desiderano, ancor di più, all'arrivo. Quasimodo canta il suo Vento a Tindari, nostalgico nel suo esilio continentale, e Verga ancora ammonisce i pescatori di stare attaccati alle loro tradizioni come le ostriche allo scoglio, per non essere travolti, tutti i mastri don Gesualdi vorrebbero portarsi la "roba" anche in paradiso o all'inferno, invece la devono lasciare a chi non se l'è guadagnata... I viceré ...
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