La diminuzione della biodiversità, tra ed entro specie, è uno dei problemi attuali maggiormente preoccupanti e la conservazione della diversità biologica è uno degli obiettivi più importanti per il futuro dell'umanità. Seguendo le orme di altre regioni italiane, l'Umbria ha promosso un progetto per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse genetiche presenti nel proprio territorio. L'Università di Perugia, responsabile scientifico del progetto, ha condotto accurate indagini e ricerche sulle principali varietà locali di piante d'interesse agrario di cui l'Umbria è ancora ricca. A Trevi, in una porzione pianeggiante di valle compresa tra la romana Flaminia e il famoso Clitunno, si coltiva il "sedano nero di Trevi", un prodotto di qualità ricco di storia in termini di tipicità, identità territoriale e tradizioni rurali, destinato a conseguire un qualche riconoscimento da parte della UE. La ricerca sulle origini storiche, la caratterizzazione varietale e la valutazione del grado di similarità genetica con altre selezioni coltivate ha reso possibile una più dettagliata descrizione dei caratteri relativi a tale germoplasma.