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La leucemia linfocitica cronica segue un decorso clinico estremamente variabile con tempi di sopravvivenza globale che vanno da mesi a decenni, quindi c'è la necessità di identificare i marcatori che possono aiutare a raffinare la previsione di esito per questi individui. Uno dei più importanti parametri di genetica molecolare che definisce i sottogruppi patogenetici e prognostici della leucemia linfocitica cronica è lo stato di mutazione dei geni IgVH. L'espressione di CD38 ha dimostrato un valore prognostico altamente predittivo e può essere usata come un predittore conveniente e accurato dello stato di mutazione del gene IgVH. Tuttavia, poiché il test dello stato mutazionale del gene IgVH è caratterizzato dalla sua complessità tecnica, dall'alto costo e dalla necessità di un alto livello di competenza, mentre l'espressione percentuale di CD38 può essere determinata in modo più conveniente, rapido e meno costoso dello stato mutazionale del gene IgVH, offre la possibilità di un sostituto dell'analisi delle mutazioni del gene IgVH. Inoltre può essere il complemento preferito agli attuali sistemi di stadiazione. Infatti, i risultati di questo semplice test dovrebbero consentire ai medici di prevedere con notevole precisione se un paziente avrà un decorso clinico favorevole o sfavorevole.