Il libro cerca di evidenziare la costruzione della Verità in Procedura Civile, separando la Verità materiale (reale) dalla Verità formale, iniziando gli studi con le teorie che guidano la Verità, per rafforzare la rilevanza della teoria Ermeneutica e poi attaccando la Verità come corrispondenza e come relativismo. Combattere le concettualizzazioni distorte della Verità che invadono la sfera del Diritto Processuale Civile. Infatti, la Verità formale in Procedura civile ha perso importanza e si è rafforzata la tendenza alla Verità reale (materiale), rivelando un attaccamento al sistema inquisitorio, presente accanto a decisioni arbitrarie dotate di poteri istruttori del giudice, ampi e guidati dal Nuovo CPC, non alterando in tal modo la struttura ideologica del libero convincimento del giudice, legato alla filosofia della coscienza, che viene confutata in quest'opera. I poteri investigativi dei giudici devono essere guidati da un nuovo sistema, detto neo-inquisitorio, che limiti i poteri del giudice, il quale deve essere visto come uno storico basato sull'ermeneutica fenomenologica, che svela la verità attraverso i fatti e le prove del caso.