La modernizzazione dell'economia e della società cinese è iniziata nel XIX secolo, quando le potenze occidentali, a seguito delle "guerre dell'oppio", hanno costretto l'Impero Qing ad aprire il suo vasto mercato interno al commercio internazionale e agli investimenti esteri, trasformando il Paese in una semicolonia. La Rivoluzione Xinhai del 1911-1912 rovesciò la monarchia e istituì una repubblica, ma il potere reale passò nelle mani di clic militaristi. Nel 1928 il Kuomintang era più o meno riuscito a unificare il Paese. Alla guerra tra Giappone e Cina del 1937-1945 seguì la guerra civile, iniziata nel 1946, che portò alla nascita della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 e alla definitiva unione dei comunisti con la parte continentale del paese, ormai pienamente sovrano. Dal 1978 la Cina, seguendo il corso delle riforme del mercato, è diventata un paese socialista dinamico con un'economia aperta che offre interessanti opportunità di investimento per i capitali stranieri. Basandosi sul concetto di sviluppo della modernizzazione, l'autore esplora gli aspetti politici ed economici di questo processo nei secoli XIX-XXI, prendendo come esempio la Cina.