Tra gli antimicrobici, il triclosan e la cloroesidina hanno un ampio spettro antibatterico e indici di biocompatibilità elevati. Il triclosan, un rivestimento antibatterico in poliglactina 910 (vicryl plus) e la cloroesidina, un rivestimento antibatterico in poliglactina 910 (3-0) (PECTRYL CS, sutura Dolphin), sostituiscono il metodo convenzionale di somministrazione di antibiotici negli interventi di routine sul terzo molare e contribuiscono a massimizzare i benefici antimicrobici a livello locale e a ridurre sistematicamente il carico di antibiotici e le complicazioni che ne conseguono. Oltre ai promettenti risultati degli studi sulle suture rivestite di triclosan, il triclosan presenta anche degli svantaggi, tra cui la formazione di prodotti collaterali tossici (ad esempio fenoli clorurati, metil triclosan) e resistenze agli antibiotici, probabilmente a causa della sua prevalenza nei cosmetici e nei saponi. Inoltre, il triclosan favorisce il legame proteico mediato degli stafilococchi alle cellule dell'ospite, con la conseguenza di un aumento del numero di infezioni nasali causate dalla colonizzazione dello S. aureus in presenza di triclosan. A causa di queste restrizioni nell'uso del triclosan, è urgente trovare delle alternative. La cloroesidina è un'alternativa molto efficace, in grado di inibire gli agenti patogeni rilevanti per le infezioni delle ferite.