Utilizzando una "cassetta degli attrezzi" foucaultiana, analizzerò il processo attraverso il quale la "vittima di stupro" - nella sua morfologia attuale - è diventata culturalmente identificabile. In definitiva, questo progetto genealogico cerca di individuare i cambiamenti discorsivi nella storia che hanno reso possibile questa comprensione del vittimismo e il suo corollario con la comprensione medica della "malattia" mentale. In questo modo, sono interessata a esaminare la natura soggettivante dello "sguardo ispettivo" delle professioni mediche, che non solo produce la "vittima di stupro" (e gli atti di vittimismo ad essa associati), ma è anche riprodotto dalle donne stesse che si auto-identificano e interpretano la posizione di "vittima di stupro". Partendo dal XIX secolo, questa ricerca culmina con un'analisi testuale delle interviste e dei forum online, in cui cerco di smantellare i "regimi di verità" che privilegiano il punto di vista del medico piuttosto che quello delle donne sulle loro circostanze. In definitiva, cerco di mettere in discussione i processi attraverso i quali le donne diventano le loro diagnosi, nella speranza che questo possa fornire maggiori opportunità di tregua e libertà dal "vittimismo".
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