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Con le dichiarazioni di Emílio Garrastazu Médici, raccolte e pubblicate dal Dipartimento Nazionale della Stampa, propongo in questo libro un'analisi impegnata negli studi sulla governabilità brasiliana degli anni Settanta. Riunendo i contributi della storiografia che attestano l'importante partecipazione civile alla dittatura militare, intendo mettere a nudo alcune delle tecniche di governo utilizzate dal regime autoritario che si impadronì del Paese per più di vent'anni - questo è il focus. Come suggerisce il titolo, il tentativo di mettere insieme regimi di governo apparentemente così…mehr

Produktbeschreibung
Con le dichiarazioni di Emílio Garrastazu Médici, raccolte e pubblicate dal Dipartimento Nazionale della Stampa, propongo in questo libro un'analisi impegnata negli studi sulla governabilità brasiliana degli anni Settanta. Riunendo i contributi della storiografia che attestano l'importante partecipazione civile alla dittatura militare, intendo mettere a nudo alcune delle tecniche di governo utilizzate dal regime autoritario che si impadronì del Paese per più di vent'anni - questo è il focus. Come suggerisce il titolo, il tentativo di mettere insieme regimi di governo apparentemente così diversi fa parte della conclusione di questo libro, scritto in tono libero e saggistico. A tal fine, faccio un paragone tra democrazia e dittatura, in cui indico alcuni meccanismi politici del Brasile contemporaneo che si avvicinano ad alcune delle strategie utilizzate nel regime post-64. L'importanza della narrazione risiede nel suo potenziale di denuncia. Attraverso di essa possiamo visualizzare che, al di là del regime politico che lo modella, lo Stato brasiliano contemporaneo è diventato un meccanismo di mantenimento dei privilegi e di esercizio dell'oppressione.
Autorenporträt
Profesor con maestría y doctorado en curso. El autor ha acumulado experiencia en investigación y docencia en las áreas de Historia Moderna, Historia Contemporánea e Historia de Brasil después de 1945. Atento a la teoría y a las cuestiones de método, cree en la historia como instrumento de crítica y transformación, sin olvidar el placer de sus narraciones.