Questo studio cerca di rintracciare le radici delle crisi valutarie discutendo alcuni modelli sulle crisi valutarie. I primi lavori, chiamati modelli di prima generazione, sono stati realizzati in risposta alle crisi valutarie di paesi in via di sviluppo come il Messico (1973-82) e l'Argentina (1978-81). I modelli successivi, detti di seconda generazione, sono stati concepiti per cogliere le caratteristiche degli attacchi speculativi in Europa e in Messico negli anni Ottanta e Novanta. In questi modelli, gli attacchi speculativi appaiono sotto forma di profezia che si autoavvera, poiché possono verificarsi anche quando il livello delle riserve valutarie sembra sufficiente a rendere "sostenibile" il tasso di ancoraggio. Nell'analisi delle crisi dell'Asia orientale del 1997, tuttavia, nessuna delle due generazioni di modelli sembra avere molta rilevanza. E si scopre una nuova strada delle crisi, l'approccio di terza generazione, che introduce l'effetto di bilancio. È responsabilità dei teorici definire una prescrizione politica per ridurre al minimo la frequenza di tali crisi e minimizzare le perdite sociali nel caso in cui emerga una crisi. L'evidenza ad oggi rafforza l'idea che le crisi valutarie non sono simili tra loro. Sembra molto improbabile che accada qualcosa di importante fino alla prossima crisi.