Ha ancora senso parlare di critica dell'architettura all'inizio del ventunesimo secolo? Questo libro propone una risposta positiva esplorando il significato della pratica del discernimento (krinein) ed il suo ruolo nel processo progettuale. La critica di architettura in questo testo è intesa come uno studio. Non viene prima, o dopo il progetto: essa è proposta come la struttura operativa di base per l'architetto. Attraverso la critica come studium l'architetto è finalmente libero di concentrarsi sulle questioni spaziali del progetto, liberandosi dalla relazione forma-ideologia e dalla condanna ad essere l'esecutore silenzioso delle richieste del cliente. La critica come studium non è una proiezione per il futuro di una professione più consapevole dell'architetto esecutore; è in realtà il preambolo per la ricongiunzione con il suo antico predecessore oramai perduto: l'architetto come intellettuale.
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