Dalla sinergia delle concezioni delle teologie cristiane occidentali e orientali sulla cosmologia e sull¿antropologia, al di là dei loro limiti o accentuazioni, si possono rinvenire le tracce per l¿elaborazione di una possibile etica per la vita, aperta sia ai credenti in Cristo sia ai non credenti. Il dialogo tra cristiani potrebbe incentrarsi su: a. un'etica della vita, quale declinazione fondamentale, in quanto il Vangelo della vita è patrimonio appartenente a tutti i fedeli in Cristo; b. il modello cristologico, che trova il proprio compimento nell'accadimento della morte e risurrezione di Cristo, luogo ed evento di unità e distinzione delle Chiese; c. un'etica cristificata, che si rivela qualificazione unitaria di una normatività bioetica comune. Per le altre religioni e i non credenti sarebbe letta anch¿essa come opzione fondamentale, su principi di una giustizia a priori, quali: a. la dignità della persona in Dio o senza Dio e i suoi diritti inviolabili b. la solidarietà tra le persone; c. il bene comune tra le persone stesse e sarebbe supportata da una cosmologia bioantropocentrica, luogo in cui quest'etica si declinerebbe come responsabilità.
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