La razionalità è in crisi. Non riconosce il contenuto che le è stato dato dal XVII secolo. Concepita come modello di vita, di disciplina, di oggettività, di onestà, di umanesimo, di verità e di progresso, se ne è stranamente allontanata fin dal giorno in cui Cartesio l'ha fatta nascere. La razionalità è uno strumento di doppiezza, un pretesto per una verità morale che non si realizza mai, perché non crede in se stessa. È una pedina nelle mani di pochi illuminati che la usano per conquistare tutti gli spazi del mondo in nome della pace, dello sviluppo e della democrazia. Ma la razionalità attraversa uno spazio senza esserne attraversata. Non lascia mai il segno. L'unico ricordo che abbiamo di essa è quello della fabbricazione, dell'arroganza, dell'egoismo e della miseria. L'autore mostra come questi paradossi, di cui solo la razionalità possiede il segreto, siano rappresentati e decostruiti dai romanzieri francesi postmoderni per ripristinare la verità, l'umiltà e l'intreccio delle culture del mondo.