Il presente lavoro si propone di analizzare il grottesco e il sublime nel romanzo di Oscar Wilde The Picture of Dorian Gray, pubblicato nel 1890, e nell'omonimo adattamento cinematografico di Oliver Parker (2009). Abbiamo condotto un'indagine bibliografica nei campi della letteratura e della teoria cinematografica e abbiamo osservato categorie estetiche che sono emerse nell'antichità classica, passando per le arti plastiche e transitando per la letteratura del XIX secolo, contribuendo in qualche modo alla sfera artistica e visiva del XXI secolo. Queste categorie sono articolate all'interno del Romanticismo europeo del XIX secolo, quando Victor Hugo, Wolfgang Kayser, tra gli altri studiosi, hanno mostrato le discussioni critiche e filosofiche su entrambe le estetiche; siamo anche sovvenzionati dal concetto di brutto e bello sollevato da Umberto Eco. Pertanto, la nostra ricerca osserva le approssimazioni tra narrazione verbale e non verbale, identificando il grottesco e il sublime in un dialogo dal testo allo schermo che coinvolge la caratterizzazione, l'adattamento, la traduzione e la trasposizione del personaggio di Dorian Gray, dimostrando che queste categorie offrono la necessaria soggettività, importante per l'adattamento cinematografico.