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In Italia si è più volte assistito a casi di violenza riconducibili alla pratica di tortura, quest'ultima non riconosciuta però dall'ordinamento penale italiano come reato. Una lacuna normativa dalle notevoli implicazioni negative sia dal punto di vista internazionalistico che criminologico. Negli anni si sono avanzate numerose proposte di legge, che però non hanno portato alla creazione del suddetto reato, seppure convenzioni e trattati lo prevedano all'interno dei loro testi. L'italia, per tale ragione, è stata sanzionata anche in merito all'attuale problema del sovraffollamento carcerario…mehr

Produktbeschreibung
In Italia si è più volte assistito a casi di violenza riconducibili alla pratica di tortura, quest'ultima non riconosciuta però dall'ordinamento penale italiano come reato. Una lacuna normativa dalle notevoli implicazioni negative sia dal punto di vista internazionalistico che criminologico. Negli anni si sono avanzate numerose proposte di legge, che però non hanno portato alla creazione del suddetto reato, seppure convenzioni e trattati lo prevedano all'interno dei loro testi. L'italia, per tale ragione, è stata sanzionata anche in merito all'attuale problema del sovraffollamento carcerario definito come "trattamento inumano e degradante" dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU). Questo lavoro ha come obiettivo quello di spiegare come e quando vengono messi in pratica atti di tortura, partendo dal periodo greco fino ad arrivare ai casi Bolzaneto, Diaz o Cucchi.
Autorenporträt
Nata in Urbino il 28-02-1987, si diploma nel 2006 presso il Liceo Classico Raffaello e nel 2014 consegue la laurea presso la Facoltà di Giurisprudenza in Urbino. Compositrice di poesie, è tuttora impegnata nella stesura di un saggio multidisciplinare.