Qualsiasi lettore che si accinga ad analizzare i testi del più famoso drammaturgo inglese noterà certamente che William Shakespeare era un grande osservatore della storia. È curioso rendersi conto che la sua opera ha superato i secoli ed è ancora oggi fedelmente applaudita. Data la notoria universalità delle sue opere, che sono state rivisitate in vari generi e ambiti artistici e sono tuttora ricche di possibilità interpretative, possiamo vedere la loro intertestualità nel corso degli anni, perpetuandosi in una significativa espansione dell'arte del Bardo inglese. In tal senso, questo studio propone un'analisi comparativa, sollevando ipotesi alla luce dell'introduzione degli studi comparativi di Julia Kristeva sull'¿intertestualità¿ (1974) e di Linda Hutcheon sulle Teorie dell'adattamento (2011) sulla tragedia lirica più adattata degli ultimi tempi: Romeo e Giulietta, e la sua reinterpretazione attraverso la lente del regista italiano Franco Zeffirelli nel 1968, mettendola in relazione con le teorie del cinema di Robert Stam (2003). Lo scopo di questo lavoro è quindi quello di mettere in relazione le produzioni sottolineando lo sguardo interrotto nell'opera rinascimentale e la sua ripresa attraverso le risorse mediatiche moderne.