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Nella prima parte del Dialogo la Nanna insegna alla Pippa il mestiere della cortigiana: la serie di trucchi e di astuzie per sedurre e spillar denaro agli innamorati, che vengono illustrati attraverso i casi della vita della Nanna sono ispirati da una strategia di occultamento, che cela dietro a un'apparenza di decoro e di onorabilità il vero intento dell'arte puttanesca, da acquisire attraverso il controllo delle passioni e l'educazione del comportamento. Nella seconda giornata sono esposti gli inganni e i tradimenti che gli uomini fanno alle donne che credono loro: in un crescendo di…mehr

Produktbeschreibung
Nella prima parte del Dialogo la Nanna insegna alla Pippa il mestiere della cortigiana: la serie di trucchi e di astuzie per sedurre e spillar denaro agli innamorati, che vengono illustrati attraverso i casi della vita della Nanna sono ispirati da una strategia di occultamento, che cela dietro a un'apparenza di decoro e di onorabilità il vero intento dell'arte puttanesca, da acquisire attraverso il controllo delle passioni e l'educazione del comportamento. Nella seconda giornata sono esposti gli inganni e i tradimenti che gli uomini fanno alle donne che credono loro: in un crescendo di aneddoti finalizzati a provare l'inclinazione al tradimento dei mariti, questa parte si interrompe all'improvviso con la reazione emotiva della Pippa, che sviene per il cordoglio, secondo un espediente a effetto tipico della scrittura irregolare e ghiribizzosa dell'Aretino. Nella terza ed ultima parte segue la descrizione degli accorgimenti delle mezzane, affidata alla Balia e alla Comare, mentre madre e figlia fanno da ascoltatrici. Ragionamento e Dialogo si presentano come programmatica effrazione delle convenzioni del genere serio, dell'institutio, che Aretino irrideva nella versione idealizzata e spiritualistica che aveva assunto in clima di classicismo cinquecentesco. Nella manipolazione attuata da Aretino i contenuti alti risultano polemicamente dissacrati in un contrappunto sarcastico, dove ad essere salvaguardati sono i valori formali (sprezzatura, dialettica nascondere/apparire, simulazione/dissimulazione, retorica del decoro e dell'onesto) a petto di una clamorosa sostituzione dei messaggi con quelli che il sistema classicistico etichettava come disvalori (Aonia edizioni).
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Autorenporträt
Nato ad Arezzo nel 1492, Pietro Aretino non si denominò mai col suo patronimico ma sempre col nome della sua città. Della sua infanzia quasi nulla è noto, ma si sa che nell'adolescenza visse e a Perugia sia per frequentare l'università sia per studiare pittura, e come pittore si firmò per qualche tempo. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons. Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525 viene accoltellato da un sicario del monsignore. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza, l'unica, a detta di lui, totalmente opposta a Roma, sede di tutti i vizi. Qui scrisse e diede alle stampe la maggior parte delle sue opere e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.