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Questo è un saggio di critica delle religioni e del concetto di Dio, basato su una rigorosa analisi dei testi sacri. La credenza in Dio, argomenta l'autore, si radica nell'ambito delle vicende esistenziali e storiche. Il proposito ultimo è presentare all'uomo la realtà terrestre in cui si trova a vivere, senza, in realtà, nessuna divinità che lo abbia generato con le piante e con gli animali, nessuna entità divina personale che lo guidi, lo ascolti, lo punisca e lo premi. Niente resurrezione celeste o terrena, dunque, né vita eterna. Non c'è più, dunque, la grande illusione che ha avuto e ha…mehr

Produktbeschreibung
Questo è un saggio di critica delle religioni e del concetto di Dio, basato su una rigorosa analisi dei testi sacri. La credenza in Dio, argomenta l'autore, si radica nell'ambito delle vicende esistenziali e storiche. Il proposito ultimo è presentare all'uomo la realtà terrestre in cui si trova a vivere, senza, in realtà, nessuna divinità che lo abbia generato con le piante e con gli animali, nessuna entità divina personale che lo guidi, lo ascolti, lo punisca e lo premi. Niente resurrezione celeste o terrena, dunque, né vita eterna. Non c'è più, dunque, la grande illusione che ha avuto e ha gravi e incommensurabili conseguenze nella nostra storia e nella nostra quotidianità. L'autore propone inoltre un approccio spirituale alla realtà, in grado di superare un arido ateismo.
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Autorenporträt
Ton Milan nacque in un ambiente contadino e spartano della Puglia, alla fine del secondo conflitto mondiale, quando si dovette lavorare alacremente, essendo il paese gravemente distrutto per i bombardamenti subiti. Vi sovrastavano ancora la mentalità del feudalesimo medioevale e la cappa religiosa che anteponeva il radioso e confortante Cielo alla vita grama, la quale da poco si disponeva con immensa gratitudine alle innovazioni della luce elettrica e all'acquedotto potabile. Fu affetto sin dall'infanzia da una sordità parziale, per cui si vide escluso ed emarginato, chiudendosi infine a riccio, dopo una fanciullezza umile con pantaloni laceri per i sarmenti che raccoglieva e gli spassi semplici, tra cui palle di pezza e monopattini con rotelline di cuscinetti sferici, condivisi con i suoi coetanei di quartiere. A vent'anni un intervento invasivo gli azzerò l'udito, scaraventandolo nel silenzio assoluto. Fra le sue gravi crisi nichiliste, non ebbe alcuna guida e conforto; solo la fede cattolica, di cui aveva appreso i rudimenti, si rivelò una delle poche ancore di salvezza di cui si avvalse, non avendo altro. La sua febbrile voglia di evadere dalla duplice prigionia (handicap e ambiente agreste) lo spinse lontano verso una metropoli del Nord, dove giunse con la sua valigia di cartone. Poté vivere il clima del '68 studentesco, nel quale maturò infine il soggiorno in Messico per alcuni mesi, durante il quale fu preso da una incipiente crisi che infine si acutizzò, sconvolgendolo per diversi anni. Per risolversi si indusse a profonde meditazioni, letture e vari incontri religiosi tra chiese e sinagoghe, ritrovando infine il proprio equilibrio intimo.