Attraverso le sue memorie, l'autore analizza la diplomazia umanitaria e multilaterale, nella quale è stato coinvolto per più di tre decenni grazie al suo impegno nel CICR e poi nell'UNESCO. Dalle esperienze in Vietnam e in Medio Oriente negli anni Sessanta ai corridoi dell'ONU negli anni Novanta, l'autore sottolinea quanto sia difficile per le organizzazioni internazionali far rispettare agli Stati gli impegni presi, quando non hanno nulla da offrire in cambio. Da qui il titolo del libro: "Diplomazia a mani vuote". Se i rapporti di fiducia sono un elemento importante della negoziazione, il contesto gioca un ruolo cruciale. La terza parte del libro mostra come la fine della Guerra Fredda e l'ondata di democratizzazione che l'ha seguita abbiano portato a significativi progressi nella libertà di espressione e di stampa. Si evidenzia il processo di indipendenza dei media dal controllo statale che l'UNESCO, sotto la guida dell'autore, ha incoraggiato e sostenuto dal maggio 1991 (Dichiarazione di Windhoek) in tutti i continenti.