Negli ultimi due decenni, il mondo ha assistito al maggior numero di attacchi di droni e di uccisioni mirate da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Israele contro gruppi terroristici. Il motivo dell'attacco varia di volta in volta. A volte si tratta di un'invasione, altre volte di una risposta alle attività terroristiche, ovvero di antiterrorismo. Il presente studio si proponeva di accertare le basi degli omicidi mirati condotti con i droni in termini di autodifesa nelle attività di antiterrorismo. Lo studio ha anche esaminato l'approccio dei tribunali internazionali nei confronti dell'attacco dei droni. Lo studio ha rilevato che l'uccisione mirata con i droni è legale se viene effettuata per autodifesa, considerando la legge sui diritti umani e i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario, in particolare il principio di distinzione e il principio di proporzionalità. Lo studio suggerisce che dovrebbe esserci una legge chiara sull'uccisione mirata con i droni e che, per quanto riguarda il principio di distinzione, la tecnologia dei droni dovrebbe essere migliorata in modo da essere in grado di distinguere tra civili e militanti.