L'endocardite infettiva (IE) è una malattia speciale per almeno tre ragioni:- né la sua incidenza né la sua mortalità sono diminuite negli ultimi tre decenni; nonostante i significativi progressi nei mezzi diagnostici e terapeutici, la sua mortalità rimane alta;- non è una malattia uniforme: le sue presentazioni sono molto variabili, a seconda delle manifestazioni cliniche iniziali, dell'eventuale cardiopatia preesistente, del microrganismo, della presenza o meno di complicazioni e delle caratteristiche del paziente; per questo motivo, l'IE richiede un approccio collaborativo, che coinvolge il medico di base, il cardiologo, il chirurgo, il microbiologo, l'infettivologo e spesso altri medici (neurologi, neurochirurghi, radiologi, anatomopatologi...);- le raccomandazioni sono più spesso basate sull'opinione degli esperti, dato che non esistono quasi mai studi randomizzati.