Questo studio ha cercato Campylobacter termofili nelle feci di animali selvatici. Sono stati raccolti 521 campioni da animali selvatici di diversi stati dell'India. I campioni comprendevano 302 ruminanti, 166 non ruminanti e 53 uccelli. Tra i ruminanti, il 71,2% apparteneva alla famiglia dei cervi e tra i non ruminanti, il 44,58% ai felidi e il 21,68% ai canidi. Tra gli uccelli in cattività, il 24,52% apparteneva alla famiglia dei fagiani, seguita da quella dei volatili selvatici (20,75%). L'ACB in condizioni microaerofile a una temperatura di 420°C ha prodotto il maggior numero di Campylobacter termofili (11,90%), seguiti da mCCDA (10,56%), BA (8,25%), CA (5,76%) e HCCA (4,22%). La PCR Multiplex ha confermato l'11,71% di Campylobacter spp. L'incidenza maggiore è stata registrata nei ruminanti (59,68%), seguiti dai non ruminanti (29,03%) e dai volatili (9,68%). Il brodo di soia Tryptone con il 20% di glicerolo e la temperatura di -800°C potrebbero essere i migliori mezzi di conservazione per gli isolati di Campylobacter fino a 180 giorni. L'analisi della sequenza nucleotidica (BLAST) e l'albero filogenetico (MEGA 11) hanno confermato la presenza di Campylobacter nei mammiferi e negli uccelli selvatici. Lo studio attuale ha rilevato che il saggio TaqMan (qPCR) è in grado di rilevare anche una singola copia del patogeno con specificità per il genere Campylobacter.