L'uso di anti-VEGF intravitreali sta diventando sempre più di routine nella pratica oftalmologica odierna ed è responsabile del trattamento di numerose patologie oculari. Esso agisce fondamentalmente inibendo l'angiogenesi che questo fattore di crescita endoteliale promuove. Gli studi dimostrano che il VEGF-A è il fattore che più induce la permeabilità vascolare ed è quindi coinvolto nella genesi della neovascolarizzazione oculare, presente in malattie come l'AMD, la retinopatia diabetica, le occlusioni vascolari, tra le altre. Esistono numerosi farmaci attualmente utilizzati per il trattamento delle suddette patologie. Tra questi, il pegaptanib (MacugenR), che inibisce essenzialmente le forme di VEGF più lunghe di 165 aminoacidi. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato (AvastinR), agisce direttamente contro il VEGF-A e tutte le sue isoforme, ma il suo uso oculare è off-label.2 Il ranibizumab (LucentisR) agisce inibendo tutte le isoforme del VEGF-A e, essendo un frammento anticorpale umanizzato, penetra facilmente nella retina.
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