Secondo Milroy (1999: 27) la standardizzazione ostacola "il cambiamento linguistico, ma non lo impedisce del tutto". In altre parole, la standardizzazione riduce il cambiamento e la variazione linguistica proponendo una forma standard e creando uniformità nell'uso della lingua. Diversi studiosi hanno discusso il significato e il processo di standardizzazione. La standardizzazione si riferisce al processo attraverso il quale una lingua viene codificata o una varietà di una lingua diventa ampiamente accettata in tutta la comunità linguistica di quella lingua come norma sovra dialettale (Ferguson, 1968: 31; Wardhough, 1992: 30). Da ciò si evince che la standardizzazione è trattata come un processo che aiuta a creare una varietà standard di una lingua. In linea con ciò, Milroy (1999: 173) ha sottolineato che "la standardizzazione è meglio trattata come un processo", a causa del fatto che "tutte le lingue (eccetto quelle morte) variano e sono in un costante stato di cambiamento". Ferguson (1961) definisce uno standard come un'unica norma ampiamente accettata, utilizzata con modifiche o variazioni minime per tutti gli scopi dell'uso della lingua. Egli distingue esplicitamente tra questa nozione generale di "standard" e il grado di alfabetizzazione ("scrittura") dei nativi in una comunità linguistica.