Il modello di Stewart esamina la relazione tra il movimento degli ioni attraverso le membrane biologiche e le conseguenti variazioni del pH in relazione alle variazioni di tre variabili dipendenti, ovvero la differenza di ioni forti (SID), gli acidi deboli totali e la pCO2; e corregge i calcoli dell'approccio tradizionale relativi alla curva tampone, all'eccesso di basi e al gap anionico. Obiettivo: determinare se il DIF calcolato con il metodo di Stewart predice la mortalità nei pazienti con shock settico. Metodi: studio epidemiologico, osservazionale, trasversale su due coorti. Campione totale di 204 pazienti ricoverati in terapia intensiva. Risultati: il DIF con cut-off inferiore a 25 all'ammissione ha mostrato una sensibilità di 0,50 e una specificità di 0,97, mentre il DIF a 24 ore ha mostrato una specificità del 93% e una sensibilità dell'83%, un valore predittivo positivo di 0,92, un valore predittivo negativo di 0,84 e un'area sotto la curva di 0,92. Il rischio è stato stabilito con un RR di 6,087 95% CI (3,91-9,47) p<0,05. Conclusioni: la DIF misurata con il metodo di Stewart con un valore inferiore a 25 rappresenta un aumento del rischio di morte.