GUIDO. Vedermi dunque ella chiedea? Ravenna Tosto lasciai; men della figlia caro Sariami il trono della terra. LANCIOTTO. Oh Guido! Come diverso tu rivedi questo Palagio mio dal dì che sposo io fui! Di Rimini le vie più non son liete Di canti e danze; più non odi alcuno Che di me dica: Non v'ha rege al mondo Felice al pari di Lanciotto. Invidia Avean di me tutti d'Italia i prenci: Or degno son di lor pietà. Francesca Soavemente commoveva a un tempo Colla bellezza i cuori, e con quel tenue Vel di malinconia che più celeste Fea il suo sembiante. L'apponeva ognuno All'abbandono delle patrie case E al pudor di santissima fanciulla, Che ad imene ed al trono ed agli applausi...
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