Le fratture del quarto prossimale della tibia rappresentano un'entità lesionale particolare, suscettibile di sollevare numerose difficoltà terapeutiche a causa delle complicanze vascolari e cutanee frequentemente riscontrate e della natura comminuta della frattura che rende l'osteosintesi interna difficile e fonte di complicazioni. Tutte queste considerazioni hanno portato diversi chirurghi a trattare queste fratture con la fissazione esterna. Presentiamo uno studio retrospettivo su 32 pazienti con fratture del quarto prossimale della tibia operati con fissazione esterna con un follow-up minimo di 12 mesi. Sono stati utilizzati tre tipi di fissatore esterno: il fissatore esterno ibrido (11 casi), il fissatore esterno Orthofix (13 casi) e il fissatore esterno Hoffmann (8 casi).Per la valutazione funzionale è stato utilizzato il punteggio di Lysholm, con un valore medio di 92,63. L'esofissazione è la tecnica meno invasiva e più conveniente, soprattutto in presenza di lesioni tegumentarie associate che non consentono l'osteosintesi interna.