Dopo la svolta della Dichiarazione di Harare del 1997 e le due decisioni di Algeri del 1999, una dottrina di avversione e "tolleranza zero" per i cambiamenti incostituzionali di governo si è gradualmente forgiata nella retorica del diritto internazionale africano. Il quadro normativo e la macchina organica hanno aiutato l'organizzazione panafricana a uscire dal letargo in cui era immersa all'alba dell'indipendenza, e anzi a reagire ogni volta che si verificavano cambiamenti incostituzionali di governo sia a livello continentale che negli ordini regionali africani. Tuttavia, l'architettura africana per affrontare i cambiamenti incostituzionali di governo, per quanto innovativa, non è senza contraddizioni. Apparentemente solido e incrollabile, si è dimostrato fragile e pronto a crollare al primo segno di difficoltà. Invece di una ferma normatività sul rifiuto dei cambiamenti incostituzionali di governo, fattori politici, geopolitici e geostrategici hanno infestato la pratica delle organizzazioni africane.