Spesso le biografie di personaggi eccellenti iniziano in piccoli luoghi, niente affatto commisurati a quelli che saranno gli eventi e le città che il protagonista andrà a vivere. In questi angoli di mondo si usa tornare dopo che l'epopea del personaggio si è conclusa e vi si arriva con un'ispirazione romantica, con la fantasia eccitata dalle glorie di una vita che è iniziata tra case e strade comuni. E' questo anche il caso di Giacomo Quarenghi, che nacque a Capiatone, una frazione di Rota d'Imagna il 21 settembre 1744, all'ombra delle montagne della Valle Imagna, e che fu portato in tenera età a Bergamo, presso il Mercato delle Scarpe in città alta, dove trascorse gli anni della giovinezza in una casa posseduta dal padre notaio, Giacomo Antonio Quarenghi. Già tra le mura del capoluogo il suo piccolo paese natio dovette sembrare lontano, e appare tale sicuramente ai nostri occhi che, grazie ad una veduta d'insieme, può essere paragonato alle grandezze della corte di Caterina II di Russia dove l'architetto approdò dopo un complesso tirocinio romano. L'atmosfera della contrada rurale si ammanta quindi di un'aura fiabesca, assumendo la dignità di luogo magico dove il seme di una vita ricca di successi trovò il primo benefico terreno grazie al quale germogliare.
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