L'Autore, che è stato magistrato per 43 anni, prende spunto da episodi significativi della sua lunga attività professionale per riflettere sui principi di fondo che regolano la funzione giurisdizionale e sulla intensa umanità del lavoro del giudice. Ne esce un quadro assai vasto dei problemi sollevati dalla deontologia professionale del giudice. Le riflessioni hanno come nucleo centrale la concezione della giustizia come servizio all'uomo e l'umanizzazione del rapporto giudice-cittadino. Si trattano i temi dell'indipendenza del giudice, dei cronici difetti della giustizia italiana, della cosiddetta politicizzazione dei giudici, dei rapporti tra i giudici e gli avvocati, le parti, i testi, il mondo dell'informazione, ecc. Il libro potrà interessare magistrati, avvocati, operatori della giustizia, e i giovani che studiano Giurisprudenza. Ma avvincerà anche il lettore comune che abbia desiderio di conoscere meglio il mondo a volte un po' misterioso dei giudici, dei processi, dell'attività giudiziaria.
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