Le oscure origini del XX secolo possono essere fatte risalire agli scenari politici e sociali che hanno scatenato le due grandi guerre mondiali. Spazi di fame, morte e disperazione, le cui vite sono state oggetto di letteratura, arte e scienze sociali fino ai giorni nostri, soprattutto nei contesti sociali di chi non era direttamente coinvolto nei conflitti. Questi orrori sono stati affrontati come tema centrale della presente ricerca, affrontati dalla prospettiva della psicologia di massa, descritta da Gustave Le Bon e Sigmund Freud, così come dagli approcci della psicoanalisi dell'arte che può comprendere le principali aberrazioni incorporate nell'inconscio di un sopravvissuto a questi contesti, come nel caso dell'artista Otto Dix, le cui opere, come fonte di ricerca documentaria, saranno una finestra per osservare quelli che sono stati definiti "gli orrori della guerra" alla luce dei suoi dipinti, che denotano sempre un vasto e cupo scenario di alienazione politica, sussunto nella miseria e nell'ostilità che caratterizzavano la società europea dei primi decenni di quel secolo.