Attraverso una selezione di 'voces peregrinae', il saggio indaga la varia e articolata composizione dell'alloglossia nei frammenti di Ipponatte, nonostante la difficoltà di delineare una precisa geografia linguistica. La presenza di vocaboli di origine straniera, come, non meno, di termini inusuali o non altrove attestati, è tra le cifre più caratteristiche della poesia del giambografo, che fiorì a Efeso negli ultimi decenni del sesto secolo a.C. Questo aspetto lessicale suscitò interesse già nell'antichità e venne ripreso da commediografi come Aristofane e dai 'poetae docti' alessandrini, da Callimaco ad Eronda. L'utilizzo di esotismi, infatti, spesso inseriti in contesti volutamente aulici e pregni di ascendenze letterarie, accresce la forza comica della spregiudicata e irridente musa ipponattea. La posizione storico-linguistica della Ionia, crocevia di popoli e di idiomi, ha fortemente contribuito alla natura di questa alloglossia, che rende Ipponatte l'emblema d'eccellenza dell'ambiente multilingue e multiculturale in cui è vissuto.