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In questo primo volume de "La guerra di Hitler" David Irving ripercorre gli eventi che hanno portato all'ascesa al potere di Adolf Hitler, fino alla preparazione della campagna di Russia. In questo resoconto degli eventi emerge non solo l'astuto cancelliere, con le sue geniali intuizioni e l'incredibile determinazione con cui perseguiva le proprie convinzioni, ma anche l'essere umano, con le sue debolezze e le sue insane ossessioni. Ciò che Irving si propone di sottolineare è il fatto che nessun dittatore, benché vigile, è in grado di controllare tutte le azioni dei subalterni; la stessa…mehr

Produktbeschreibung
In questo primo volume de "La guerra di Hitler" David Irving ripercorre gli eventi che hanno portato all'ascesa al potere di Adolf Hitler, fino alla preparazione della campagna di Russia. In questo resoconto degli eventi emerge non solo l'astuto cancelliere, con le sue geniali intuizioni e l'incredibile determinazione con cui perseguiva le proprie convinzioni, ma anche l'essere umano, con le sue debolezze e le sue insane ossessioni. Ciò che Irving si propone di sottolineare è il fatto che nessun dittatore, benché vigile, è in grado di controllare tutte le azioni dei subalterni; la stessa responsabilità dell'assurdo e brutale sterminio della popolazione ebraica ricade su un gran numero di tedeschi e non unicamente su un despota pazzo, ai cui ordini bisognava incondizionatamente sottostare. Il lettore si troverà di fronte a discorsi in cui Hitler si scaglia, con assoluto convincimento non solo contro gli ebrei, ma anche contro i minorati mentali e la Chiesa. Difficile individuare le motivazioni del successo di Hitler nel fortificare il carattere del suo popolo. Dopo anni di indottrinamento nazista, i tedeschi furono capaci di resistere, con uno stoicismo che annichiliva i nemici, a spaventosi attacchi aerei. Hitler costituì il movimento nazionalsocialista non su un precario suffragio elettorale, ma sul popolo. E questi, nella grande maggioranza, gli garantì, fino alla fine, il suo appoggio incondizionato.
Il lettore si troverà di fronte a discorsi in cui Hitler si scaglia, con assoluto convincimento non solo contro gli ebrei, ma anche contro i minorati mentali e la Chiesa. Difficile individuare le motivazioni del successo di Hitler nel fortificare il carattere del suo popolo. Dopo anni di indottrinamento nazista, i tedeschi furono capaci di resistere, con uno stoicismo che annichiliva i nemici, a spaventosi attacchi aerei. Hitler costituì il movimento nazionalsocialista non su un precario suffragio elettorale, ma sul popolo. E questi, nella grande maggioranza, gli garantì, fino alla fine, il suo appoggio incondizionato."Per il mio bene non mentirei mai, ma non esistono falsità di cui non mi renderei artefice per la salvezza della Germania." Hitler, 2 giugno 1941."Nessuno sano di mente potrebbe negare che i nazisti abbiano ucciso milioni di ebrei." David Irving, Perseguitato.