Il presente saggio di epigrafia del geroglifico cretese intende approfondire - con dati di fatto, confronto di immagini, alcune ipotesi e qualche congettura - e spero pochi errori - l'origine e gli aspetti dei grafemi e dei segni sillabici presenti tra i documenti scritti del periodo minoico. Per farlo, lo scrivente esamina ogni singolo segno geroglifico nel quadro dell'antropologia linguistica, per ricostruirne gli aspetti grafico-visivi che, nell'età del bronzo, costituivano il patrimonio culturale comune agli abitanti di Creta. Sfatata la vulgata corrente, penso di essere riuscito a dimostrare, con prove definitive e inoppugnabili, la direzione di stampa del disco di Festo da sinistra a destra, cioè dal centro verso la periferia dello stesso (Marmai, I. 2019, 2020, 2023). Detto ciò, penso sia ora necessario indagare su alcuni singolari aspetti del segnario geroglifico cretese dell'età del bronzo, perché gli studi pubblicati fino ad ora riguardano soltanto i segni o le coppie di segni più frequenti. Spero perciò che questo mio modesto contributo sia utile a coloro che vogliano approfondire la ricerca sulla prima e unica scrittura nata nell'area che diverrà, quaranta secoli dopo, la futura Europa.
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